Un nuovo caso per il Commissario Balistreri

Chi ama i libri gialli è abituato a dipanare intrighi e risolvere delitti seguendo le orme di carismatici personaggi ricchi di umanità. Difficilmente ti sarà capitato di imbatterti in un commissario di polizia come Michele Balistreri: misogino, a tratti violento, politicamente scorretto e spesso depresso. Eppure con questo suo bel caratterino Balistreri ne ha fatta di strada e sembra finalmente essere giunta anche per lui l’ora della pensione. Se non che…

Il 1990 è un anno difficile, per il commissario Balistreri. La scomparsa di un giovane rampollo figlio di un imprenditore romano e di una ragazza di umili origini lo tengono molto impegnato. I due fatti, all’inizio, non sembrano collegati, le indagini sono complicate, strade diverse si intrecciano e confondono le idee. Il movente non è chiaro e l’epilogo è ancora più triste: i due ragazzi vengono trovati morti. E per questo efferato delitto viene accusato un uomo, il presunto colpevole, che viene fatto rinchiudere in carcere.

Io nel 1990 ero ancora una bambina, ma anche se non sapevo esattamente cosa fossero i Mondiali di calcio né chi fosse Maradona, sapevo leggere benissimo le espressioni sul viso di mio padre, quando Roberto Donadoni prima e Aldo Serena poi sbagliarono i rigori della semifinale. Scegliere di usare gli avvenimenti sportivi, calcistici soprattutto, come sfondo dei suoi gialli è uno dei punti di forza della prosa di Costantini. In questo modo è più facile per il lettore immergersi nella storia e contestualizzare quello che legge quasi come se ci avesse preso parte direttamente.

Ma lo sport è solo la cornice, in questo libro. Il succo della storia, che anche in questo sesto volume si svolge a Roma, è ben altro.

28 anni dopo quelle Notti Magiche, nel 2018, l’omicida viene rilasciato e di lì a poco, nel complesso residenziale dove vive il padre imprenditore del ragazzo defunto, vengono ritrovati due manichini con le stesse mutilazioni che erano state inferte ai due giovani.
E il caso si riapre.

All’epoca delle nuove indagini, Balistreri è in pensione. Al suo posto c’è lo storico vice Graziano Corvu. Balistreri è quindi giunto alla fine della sua carriera e da molto lontano guarda quello che succede sentendosi in qualche modo impotente, anche perché colpito da una grave forma di amnesia retrograda che gli ha fatto dimenticare alcune delle cose avvenute nel passato; mentre ricorda benissimo tutto quello che è appena accaduto.
Ciò non gli impedirà, comunque, di prendere parte alle indagini e risolvere quello che a tutti gli effetti sembra essere il suo ultimo caso.

Con questo nuovo giallo Roberto Costantini cerca di tirare un po’ le fila della storia e delle vicende che hanno come protagonista Balistreri, giocando – come ama fare in tutti i suoi libri – su piani temporali diversi (in questo caso il 1990 e il 2018).


Per chi conosce già il personaggio Balistreri, sarà come ritrovare un vecchio amico.
Per chi invece, come me, si avvicina per la prima volta al commissario più antipatico del noir italiano, sarà una piacevole conoscenza. E sono sicura che anche a te scatterà la voglia di andare a ripescare tutti i romanzi precedenti, per sapere cosa si nasconde nel passato di quest’uomo.

Chi è il commissario Balistreri?

Il commissario Balistreri è un uomo così spregevole che non ti verrebbe in mente nemmeno di affidargli il tuo cane per portarlo al parco. Figurarsi dargli in mano un intero commissariato di polizia.
Eppure nel 1982, dopo una militanza come fanatico fascista picchiatore di Ordine Nuovo, si trova a dover risolvere il suo primo caso di omicidio, quello di una giovane donna.E non sarà l’ultimo. Nel corso dei 5 libri che precedono “Da molto lontano” Roberto Costantini gli ha fatto capitare di tutto, delineando così un po’ alla volta il personaggio che l’ha reso famoso come giallista.

Il ritratto del commissario Balistreri è quello di un uomo sgradevole, politicamente scorretto, un seduttore compulsivo dal carattere spigoloso. Ma, allo stesso tempo, un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi. Per la sua lealtà, prima di tutto, che lo porta a fare qualsiasi cosa pur di risolvere un caso e trovare giustizia, e per il suo passato intricato e doloroso, che lo rende ancora più umano. E anche chi, come me, inizia dalla fine, cioè dall’ultimo libro in ordine di pubblicazione che lo vede protagonista, può facilmente intuire come dietro quella scorza dura e coriacea si nasconda un uomo dalla grande morale.

Michele Balistreri vive costantemente diviso tra passato e presente, tra amori mai dimenticati, tra donne giuste e sbagliate, tra la sua vita come la racconta agli altri e come, invece, l’ha realmente vissuta. Grazie alla tecnica del giallo, l’autore ci racconta in ogni libro qualcosa di più sui tormenti interiori che lo attanagliano, intrecciando i casi in cui si trova a lavorare con il passato che non lo abbandona mai. Inoltre, sfruttando l’espediente narrativo Costantini ne approfitta per raccontare 30 anni di storia italiana. Regalandoci così un ritratto del Paese, oltre che dell’uomo.

“Da molto lontano” sembra un po’ l’epilogo delle vicende fin qui narrate, ma sarà davvero l’ultimo libro con protagonista il commissario?

Cominciò a salire, con il sole che gli scottava sul viso. E man mano che saliva, allontanandosi dalla terra e avvicinandosi al cielo, sentiva che infiniti frammenti, non di quel caso oramai risolto, ma della sua stessa vita, tornavano a ricomporsi in totale armonia.

Gli altri volumi della serie

Roberto Costantini ha trasformato quella che era nata come una trilogia in una serie di 6 volumi, ognuno con una storia a sé stante. Una specie di saga a puntate dove il protagonista principale è sempre il commissario Balistreri, attorno al quale ruotano ogni volta diversi personaggi.

“Tu sei il male“, “Alle radici del male” e “Il male non dimentica” compongono la Trilogia del male, che ha dato il la a tutto il progetto. Sono seguiti, poi, “La moglie perfetta” e “Ballando nel buio”. E, lo scorso novembre, è arrivato “Da molto lontano”, di cui hai letto la mia recensione in questo post.

L’autore

Roberto Costantini è ingegnere e consulente aziendale, e può vantare un Master in Management Science a Stanford (California). Oggi è dirigente alla Luiss Guido Carli di Roma, dove è anche docente di Business Administration. I riconoscimenti per le sue opere non mancano: La trilogia del male edita da Marsilio, e tradotta negli USA e in molti paesi europei, gli ha permesso di aggiudicarsi il premio speciale Giorgio Scerbanenco nel 2014 come “Migliore opera noir degli anni 2000”, mentre con “La moglie perfetta” è arrivato tra i finalisti al premio Bancarella 2016. Prima di tuffarsi nel noir con le (dis)avventure del Commissario Balistreri aveva pubblicato con Franco Angeli alcuni saggi destinati ai professionisti e alle università: Gestire le riunioni con Maurizio Castagna nel 1996 e Negoziazione. Come trasformare le tecniche negoziali in abilità istintive con Raffaele Carso nel 1998.

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