Quale miglior rappresentante della smania di partire (e non tornare) che l’Ulisse di Itaca. Da dieci anni lontano da casa per combattere la guerra di Troia, ce ne ha messi altri dieci per tornare dalla moglie Penelope. Io, per dirvi, partirei subito. Cambierei completamente la mia vita (il blog però lo terrei) e mi lancerei in una nuova avventura; ma non sempre questa è la scelta giusta. Ecco come ci risolvono la faccenda le due biblioterapeute di Curarsi con i libri.
La cura: l’Odissea di Omero.
Posologia: un capitolo al giorno, dopo la doccia e prima di colazione.
Perché «la voglia di essere sempre in movimento è sia una virtù che un difetto. Se possiamo prendere maggiore coscienza di noi stessi e diventare più maturi grazie ai continui cambiamenti e alle nuove esperienze, rischiamo tuttavia di danneggiare il nostro fragile ecosistema. Come possiamo costruire qualcosa se continuiamo a spostarci? Bisogna stare fermi per mettere radici, coltivare rapporti e ottenere dei frutti».
Non fate dunque come Ulisse, non lasciate che la vostra vita viva senza di voi. Datevi da fare lì dove siete e pretendete sempre il meglio.