Si sa, ogni scarrafone è bell’ a mamma soja… Ma non esageriamo. Per un genitore i figli sono sempre i più bravi, i più belli, i più tutto, ma questo atteggiamento invece che fortificarli spesso li rende deboli e impreparati ad affrontare la realtà, dove non è tutto poi così “rose e fiori”. Quello del genitore non è certo un mestiere facile. E molto spesso si dibatte se esista o meno il figlio preferito.
Nel caso delle femmine (e lo dico per esperienza personale) ci vuole un attimo a diventare la prediletta di papà: un sorriso al momento giusto, una coccola inaspettata, e l’hai bello che conquistato. La difficoltà sta nel non cedere, nel mantenere sempre e comunque una componente razionale: sia che siate figlie sia che siate padri non fate come in quel famoso romanzo di Jane Austen…
Nella letteratura internazionale è sicuramente Emma la prediletta di papà per eccellenza. La pensano così anche Ella Berthoud e Susan Elderkin che in Curarsi con i libri consigliano come rimedio la lettura di questo divertente romanzetto ottocentesco. Date una letta alla mia recensione di Emma di Jane Austen. Poi, se volete, in questo post c’è pure l’analisi e il confronto con il film che ne hanno tratto. Per la serie: se li conosci, li eviti.
«Essere la prediletta di papà non è mai stato un vantaggio, per nessuno. Va tutto bene finché si tratta della piccola preferita, quella che non sbaglia mai. Quando la bambina crescerà, tuttavia, per scoprire che il resto del mondo non pensa affatto, come papà, che le sue manie siano così adorabili, potrebbe restarci davvero male».
Dalle mie letture recenti mi sento di inserire tra i rimedi letterari anche La più amata di Teresa Ciabatti. Secondo classificato al Premio Strega 2017, questo libro è un vero pugno nello stomaco. Racconta in maniera disordinata l’infanzia e l’adolescenza di questa bambina che era davvero la preferita di papà. Le attenzioni, le premure e i vizi ricevuti l’hanno resa quello che è oggi: una madre assente per sua figlia, affetta da ansie e attacchi di panico.
Tutta colpa di papà, a suo dire. Ma chi era veramente suo padre? Un primario rinomato, certo, ma anche un uomo cinico e potente.
Chi si nascondeva dietro quel viso serio e professionale, sul lavoro e nella vita privata? Dietro tutti quei soldi, la villa con la piscina, gli amici e i fedeli servitori che lo attorniavano in ospedale?
Teresa Ciabatti convive con il dubbio per molti anni e paga le conseguenze delle troppe privazioni e delle troppo poche esternazioni di affetto da parte di un padre padrone. In questo libro compare anche la figura di una madre succube del marito, impotente e inerme (a causa anche di una strana terapia del sonno che le ruba un anno di vita), che forse troppo tardi decide di ribellarsi.
L’autrice scrive questo libro dopo la morte di entrambi i genitori, forse per mettere a tacere una volta per tutte quelle voci che le tormentano la testa. Da un lato la capisco, perché parlare apertamente di questi problemi non è semplice e farlo a voce, guardando negli occhi la persona, peggio ancora se è un tuo genitore, che ti ha portato ad essere quello che sei richiede un grande autocontrollo. Dall’altro, però, questa ricerca è una terapia a metà: le ha permesso di scoprire tante cose, a volte anche molto brutte, senza però dare la possibilità alla controparte di tentare di giustificarle o almeno di spiegare la sua versione.
Sul tema della figlia prediletta, però, è sicuramente un libro da leggere.
E ora, ditemi la vostra. Che ne pensate? Siete padri o madri con un figlio preferito? Siete figlie predilette o cocchi di mamma?