Dovevamo parlarne proprio questa sera, al Book Lover Club Verona. Ma le misure precauzionali per arginare il Coronavirus ci hanno costrette ad annullare l’incontro. Io però vorrei raccontarti comunque cosa penso di questo libro (che in realtà ho letto qualche anno fa). E mi farebbe molto piacere se, nei commenti, lasciassi anche un tuo pensiero. Così accorciamo le distanze, senza mettere in pericolo la salute :)
Partiamo dall’autrice di questo romanzo, edito in Italia da Adelphi e tradotto da Roberto Serrai. Azar Nafisi è stata professoressa di letteratura inglese all’Università di Teheran e ora insegna alla Johns Hopkins University di Washington D.C.
Perché raccontare la sua professione? Perché è proprio da qui che viene lo spunto per il libro, dall’esperienza vissuta dall’autrice con sette studentesse iraniane di letteratura inglese.
In realtà, come dichiara la stessa Nafisi, la storia raccontata nel romanzo “Leggere Lolita a Teheran” è in parte rielaborata, i fatti e le storie sono state rimescolate principalmente per rendere impossibile riconoscere le persone reali dietro i personaggi.
Ma il succo è più che reale.
Dopo le continue censure al programma del suo corso, Azar Nafisi decide di abbandonare l’università e di aprire a 7 delle sue studentesse più meritevoli le porte della sua casa, per un seminario “esclusivo”. Durante gli incontri le 8 donne affrontano le tematiche più attuali, partendo proprio dai grandi classici della letteratura: Lolita, Il grande Gatsby, Orgoglio e pregiudizio, Cime tempestose, Le mille e una notte e molti altri.
Inutile dire che, appena finito o forse anche prima, ti verrà una terribile voglia di riprendere in mano questi libri e rileggerli alla luce delle chiacchierate emerse durante gli incontri del seminario di Nafisi.
A proposito: come sei messo/a con la lista dei 100 libri da leggere assolutamente nella vita?
Tra una conversazione e l’altra le ragazze iniziano a legare tra loro e a raccontarsi le rispettive esperienze, aihmé quasi mai positive. L’imposizione di un certo tipo di abbigliamento, le difficoltà nella vita quotidiana, le violenze fisiche e psicologiche sono tratti che le accomunano più di quanto avrebbero pensato e ben rappresentano le difficoltà di essere donna nella repubblica islamica dell’Iran, in quegli anni (siamo a inizio anni ’80, dopo la rivoluzione di Khomeini).
Uno spunto molto interessante è legato al tema dell’importanza e del diritto all’istruzione, soprattutto femminile, che in paesi come questo spesso è del tutto assente. Se ne parla anche nel libro “Io sono Malala”, del Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai.
Il tema centrale, però, rimane la letteratura, intesa sia come fuga da una vita di privazioni, sia come una specie di rivolta individuale.
Dai grandi classici e dai personaggi che hanno segnato le pagine di questi libri le ragazze imparano a non arrendersi, ad affrontare le sfide che la vita gli pone davanti, a credere in quello che sentono e vogliono. Insomma, è un libro votato alla libertà. Ed è questo a renderlo così emozionante e positivo.
Ho voluto assegnarlo ai book lover del club perché è un po’ quello che facciamo anche noi: discutere di libri per raccontarci attraverso le storie che leggiamo. È un peccato che proprio questo incontro sia saltato, ma rimedieremo presto.
Il prossimo appuntamento del #bookloverclubvr è previsto per martedì 31 marzo 2020, alle ore 19.00 in Officina 18 e il libro di cui parleremo sarà “Exit West” Mohsin Hamid (Einaudi). Ti aspetto!
Ciao Beatrice, questo è uno di quei libri che vorrei assolutamente leggere. Sono molto curiosa a riguardo e con grande piacere ho letto questo tuo post :-) alla prossima
Ciao! Da qualche tempo era nella mia wishlist, dopo aver letto la tua recensione mi sono decisa e l’ho comprato. Lo inizierò a breve!!
L’ho trovato bello e triste allo stesso tempo, mi sono piaciute molto le pagine dedicate all’analisi dei libri letti durante i ritrovi del giovedì e anche la vita dell’autrice che si scontra con un sistema molto difficile che condiziona la vita delle donne rendendole quasi delle nullità. La tristezza scaturisce dal fatto che non è cambiato niente in tutti questi anni, anzi, il mondo islamico è ancora agli stessi passi.