Le braci – Sandor Marai

Se mi seguite su Facebook, con questa recensione avrete sicuramente già capito che non è Le braci di Sandor Marai il libro del mese, ma vi assicuro che c’è andato molto vicino. Sebbene all’inizio facessi un po’ fatica a capire il senso di questo libro, a star dietro ai flashback e ai passaggi sottintesi, una volta arrivata al punto chiave, quello del dialogo/monologo che occupa più di 3/4 del romanzo, non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine.

Il titolo originale è “A gyertyák csonkig égnek” che tradotto letteralmente vuol dire “bruciare le candele fino in fondo”, esattamente quello che succede nel castello sui Carpazi durante quella notte in cui Henrik e Konrad ripercorrono le loro vite a ritroso per quarant’anni.

Tu hai rovinato la mia vita, eppure sono ancora tuo amico. E stasera io ucciderò qualcosa dentro di te, e poi ti lascerò andar via, a Londra o ai Tropici o all’inferno, eppure tu rimarrai sempre mio amico.

Più che un dialogo è un soliloquio, dove il protagonista oramai anziano cerca di dare un senso alla sua vita svelandoci quello che non avremmo mai potuto sospettare: tradimenti, amicizie, vendette e ripicche. Roso dai dubbi e dalla voglia di avere delle risposte, Henrik cerca di scacciare i fantasmi di un passato che l’hanno devastato interiormente per tutto questo tempo. Il percorso, che riviviamo dalle sue parole tutto a ritroso, è oscuro ed enigmatico all’inizio, ma via via si fa più chiaro e coinvolge emotivamente. È questo l’aspetto che più lo rende un libro immancabile nella vostra libreria. La vostra partecipazione è si quella di uno spettatore silenzioso, ma è fondamentale.

Guardiamo in fondo ai nostri cuori: che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci.

Il tema dell’amicizia tra due uomini, così apparentemente (e socialmente) diversi ma così legati, e l’amore per una donna che più che unirli li divide, è un argomento comune ma qui abilmente intrecciato alle personalità di due caratteri disegnati da un vero artista della parola.

L’amico, così come l’innamorato, non si aspetta di vedere ricompensati i suoi sentimenti. Non esige contropartite per i suoi servizi, non considera la persona eletta come una creatura fantastica, conosce i suoi difetti e l’accetta così com’è, con tutto ciò che ne consegue. […] E se un amico ci delude perché non è un vero amico, possiamo forse metterlo sotto accusa, rinfacciargli il suo carattere, la sua debolezza? […] Non abbiamo forse il dovere di accettare l’amico infedele esattamente come quello fedele e pieno di abnegazione? Non è forse questo il contenuto più autentico di ogni relazione umana, un altruismo che dall’altro non esige nulla e non si aspetta nulla, assolutamente nulla?

Questi sentimenti così importanti nella vita di ogni persona sono qui sviscerati e analizzati con una precisione chirurgica, messi in dubbio e poi rivalutati, sviliti e inneggiati. Ora metto nella lista dei TBR tutti i suoi libri, perché sono curiosa di vedere se è anche solo riuscito a eguagliare la bellezza e la profondità di questo romanzo con un altro scritto.

Voi lo conoscevate già? Avete letto Le braci o avete qualche suo titolo da suggerirmi?

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