Le Assaggiatrici – Rosella Postorino #librodelmese

Febbraio è andato bene, ho ritrovato il mio ritmo di lettura (nonostante Auster sia ancora lì a metà…). E ho scoperto un libro bellissimo: Le assaggiatrici di Rosella Postorino, che adesso vi racconto.

Partiamo dal fatto che la storia non è poi completamente frutto dell’immaginazione dell’autrice. A ispirarla è stata la Storia, con la S maiuscola, scoperta quasi per caso. Qualche anno fa Postorino ha letto su un giornale la testimonianza della berlinese Margot Wölk, che all’età di 96 anni confessò quello che non aveva avuto il coraggio di rivelare a nessuno: che aveva fatto l’assaggiatrice per Hitler.

Una storia vera, che le diede il “la” per iniziare a raccontare la storia di Rosa Sauer e di altre nove donne, tutte costrette ad assaggiare il cibo del Führer per controllare che non fosse avvelenato.

Siamo nell’autunno del ’43, a Gross-Partsch, in piena Seconda Guerra Mondiale e a pochi chilometri dalla Wolfsschanze (la tana del lupo). E la fame si fa sentire. E proprio la mancanza di cibo nello stomaco esalta ancora di più i sapori dei piatti che le 10 assaggiatrici sono costrette a mangiare.

Da un lato c’è il piacere di poter gustare piatti prelibati. Dall’altro ci sono l’angoscia e la paura perché potrebbero essere la causa della tua morte.

le assaggiatrici rosella postorino

Rosa Sauer non è nazista, ma si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Scappata da Berlino dopo che le bombe le hanno distrutto la casa e ucciso la madre, si trova ospite dai suoceri, in attesa che il marito torni dalla guerra. Ed è qui, in questo paesino della Prussia orientale, che viene arruolata dalle SS come cavia.

Si trova a lavorare per il nemico, mettendo a rischio la sua stessa vita per salvaguardare quella di Hitler. Proprio come un soldato in trincea. Con la differenza che al posto del rancio lei può assaggiare delle vere prelibatezze e ogni settimana viene addirittura pagata per il suo lavoro.

In un’intervista a Il giornale, Rosella Postorino rivela che la scelta del nome della protagonista non è stata fatta a caso.

«È il mio nome all’anagrafe. Perché questa storia mi chiama in causa, mi spinge a chiedermi che cosa avrei fatto io, se fossi stata al posto suo».

È una domanda che ti perseguita, capitolo dopo capitolo, pasto dopo pasto. Perché è facile additare quelle donne come colpevoli, oggi, o trasformarle in eroine. Ma come dice l’autrice “a volte anche non scegliere è una scelta”.

In certe situazioni è l’istinto di sopravvivenza che comanda le nostre azioni. Non solo quando Rosa accetta di ingerire il cibo di Hitler, ma anche quando ha una relazione intima con un nazista.

In quell’istante pensai che il nostro amore fosse degno, che non valesse meno degli altri, di qualunque altro sentimento avesse asilo sulla Terra, che non ci fosse nulla di sbagliato, di riprovevole, se abbracciandolo ricominciavo a respirare.

Cose che, prima che la guerra le uccidesse i genitori, le portasse via il marito disperso e la costringesse a mangiare cibo potenzialmente avvelenato, non avrebbe mai compiuto, anzi avrebbe considerato inaccettabili.

Attraverso il cibo, e i suoi effetti sul corpo, viene data una figura del Führer che contrasta con quella del leader idolatrato dalla propaganda. Anche lui soffre di flatulenza, di problemi di digestione e di insonnia. Insomma, è un essere umano come gli altri.

Le assaggiatrici è un romanzo sulla condizione umana, un vero capolavoro della letteratura contemporanea e allo stesso tempo un romanzo storico. Per scriverlo l’autrice si è documentata molto, leggendo saggi, diari, biografie e memoir di chi ha vissuto quel periodo.

È un libro che parla al femminile di un evento che ha interessato soprattutto gli uomini (soldati, SS, nazisti), ma che vuole dimostrare come la necessità di sopravvivere sia universale. Tutti sovvertono le regole, fanno cose che mai si sarebbero sognati di fare.

Lo stesso Gregor, marito di Rosa e partito come volontario, trovandosi davanti alla devastazione fisica e psicologica del conflitto non è più così sicuro della sua scelta.

Come sopravvivere?

Solo ignorando la vita degli altri mentre scorre […] è solo grazie a questa fisiologica carenza di informazioni che possiamo non impazzire.

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6 Comments

  1. Paolo

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