Proprio in questi giorni, in Italia, è uscito l’ultimo libro di Jonathan Safran Foer “Eccomi”. Sono stata alla presentazione al Festivaletteratura e ho il romanzo sul mio comodino proprio ora. Sono appena agli inizi ma già sono catturata dallo stile di scrittura di questo giovane autore, del quale – lo ammetto – non avevo ancora letto nulla. Come spesso succede, quando mi innamoro di uno scrittore vorrei leggere tutto quello che ha scritto, tuffarmi nella sua bibliografia e uscirne solo dopo aver conosciuto tutti i suoi personaggi. Per accelerare i tempi, visto che la pila sul comodino è tremendamente alta, ho fatto ricorso a Fabio Stassi e al suo utilissimo manuale dei personaggi letterari (a cui ho appunto dedicato una rubrica settimanale).
Nel suo [amazon_textlink asin=’8875216851′ text='”Libro dei personaggi letterari”‘ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d5fd97b6-ed81-11e7-a5f9-5f7a1cab9542′] lo scrittore di origini siciliane dedica ben due capitoli ai protagonisti di [amazon_textlink asin=’B0065PXC2M’ text=’Ogni cosa è illuminata’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e314936e-ed81-11e7-bec5-5b41f35c65a3′].
Il romanzo d’esordio di Foer, pubblicato nel 2002 (e da cui è stato tratto l’omonimo film con Elijiah Wood), è ispirato a un viaggio in Ucraina che l’autore ha realmente compiuto per fare ricerche sulla vita di suo nonno.
E attraverso le “parole” di Lista e del nonno Alexander, Stassi ci racconta una storia commovente che è un viaggio nei paesi distrutti dal nazismo, una saga ebraica per non dimenticare. Casomai avessimo il dubbio che tutto ciò non fosse mai esistito.
Vennero un giorno di marzo del 1942 e ad alcuni chiesero di sputare sulla Torah, ad altri di condannare i loro migliori amici. […] Da allora, io sono il rumore di ogni cosa che cade per terra. Sono la scatola dei resti. La stanza piena di vestiti, di scarpe, di fotografie. (Lista)
Partendo proprio da una fotografia, Jonathan Safran Foer cerca la donna che forse ha salvato suo nonno dai nazisti. Ad accompagnarlo in questo percorso a ritroso nel tempo sono il giovane Alex e suo nonno Alexander, che Stassi racconta così:
Dovevamo accompagnare questo americano alla ricerca della donna che aveva salvato suo nonno, in Ucraina. E invece ero io che avevo un appuntamento solitario con i miei fantasmi. La memoria è davvero il sesto senso degli ebrei.
Voi avete letto “Ogni cosa è illuminata” e gli altri libri di Foer? Quali sono i vostri personaggi preferiti? Raccontatemelo qui sotto, nei commenti. Ora che è diventato anche uno dei miei autori del cuore, non riesco a parlare d’altro che dei suoi libri.
Ho letto “Ogni cosa è illuminata” quando ero in terza media. Inizialmente mio padre mi aveva consigliato di guardare il film, ripetendomi più e più volte che aveva sentito dire che “il libro era piuttosto triste e brutale”, ma io non riuscivo a resistere all’idea di leggerlo.
Così mi buttai e lo lessi tutto d’un fiato in due giorni.
Era un insieme di emozioni che si alternavano: brutale e al tempo stesso dolce, divertente, ma malinconico; ed era proprio quello che amavo e amo di più di Foer. Secondo me, il libro e il film sono davvero riusciti, nonostante ci siano molte differenze tra i due. I personaggi sono reali, non artefatti, ma semplicemente vivi e umani, che cercano sempre di raccontare di una realtà del tutto estranea alla nostra.
In seguito ho letto anche “Se niente importa: perchè mangiamo gli animali” e mi ha aperto gli occhi come nessuno mai aveva fatto prima di allora.
Mi aveva davvero raccontato la verità (almeno spero) sulla provenienza del cibo che mangiamo (tecnicamente quello che gli Americani mangiano), del modo in cui sono trattati, dell’impatto che ha la carne (produzione e consumo) nel mondo e del linguaggio subdolo usato dalle industrie alimentari. Così, “per colpa sua”, diventai vegetariana.
Ed infine ho letto “Molto forte incredibilmente vicino”. Un romanzo davvero dolce e commovente, che però non smette di farti aprire gli occhi sulla realtà e quanto essa possa essere a volte davvero perfida e menefreghista. Di quest’ultimo ho amato Oskar, il personaggio principale, e il suo rapporto speciale con suo padre che, nonostante la sua morte, continua ad essere per lui importante. Foer scrive sempre di questo rapporto tra “presente e passato”, l’importanza della memoria, dei ricordi. Questi due “mondi paralleli”, che inizialmente sembrano così distanti e così diversi, in realtà si appartengono e uno è parte dell’altro, come se si stessero aiutando a vicenda. Mentre uno cerca dall’oscurità cerca un ricordo, una luce che lo possa guidare, l’altra con forza si fa strada nell’oscurità, rendendo chiara la via alla memoria. Ricordandoci sempre che “ogni volta che ci accade qualcosa, quel ricordo ci apparterrà per sempre, anche se non lo ricordiamo più”.
Questo mi riporta sempre alla mente uno dei discorsi finali di Alex nel film “Ogni cosa è illuminata”, che dice: ” Ho riflesso molte volte sulla nostra rigida ricerca. Mi ha dimostrato che ogni cosa è illuminata dalla luce del passato. E’ sempre al nostro lato, all’interno, che guarda fuori. Come dici tu, alla rovescia. Jonfen, in questo modo, io sarò sempre al lato della tua vita. E tu sarai sempre al lato della mia.”.
(Ultima cosa e poi chiudo con il mio interminabile papiro)
Purtroppo non ho potuto incontrare il mio scrittore preferito dal vivo, e di questo ho pianto per giorni… Ma penso che mi consolerò con il suo ultimo libro, sperando che un domani avrò l’occasione di incontrarlo.
Grazie Karin per questa bellissima analisi, hai racchiuso in un commento tutta la produzione di Foer e te ne sono davvero grata, perché non avendo letto i suoi libri (a parte l’ultimo, attualmente sul comodino) mi hai ispirata molto a proseguire nella scoperta di questo incredibile autore. Fammi sapere poi che ne pensi di “Eccomi” e vedrai che avrai sicuramente una seconda opportunità per incontrarlo e conoscerlo :) Buona lettura.