[Incontro con l’autore] Dimmi che credi al destino – Luca Bianchini

Luca Bianchini è proprio un figo! Non (solo) in senso fisico, ma anche spirituale. Che poi, si può dire un “figo spirituale”? Conoscere un autore fa sempre uno strano effetto, perché quando ne leggi i libri te lo immagini in un certo modo, lo idealizzi, e rischi – incontrandolo – di restare deluso se è antipatico o se la tira. Ecco, sappiate che conoscere Luca Bianchini è meglio che leggere i suoi libri. Che sono belli, eh? Ma lui di più. Bello dentro. È una di quelle persone che vorresti portare sempre con te per fare un figurone con gli amici. Non perché è famoso o perché conosce Belen, ma perché è simpatico, solare, divertente, mette allegria, ha un bel sorriso e ha sempre un aneddoto da raccontarti con quel suo modo semplice e genuino di dire le cose.

Martedì alla presentazione in Feltrinelli a Verona c’era tantissima gente, un’ora e mezza per firmare tutte le copie e farsi le foto con i fan venuti anche da lontano per incontrarlo. Sono belle soddisfazioni. Bravo Luca!


Io moderavo l’incontro e mi ero preparata una lista lunghissima di domande da fargli, ma poi la serata ha preso una piega tutta inaspettata. Luca ha condotto il gioco in maniera impeccabile. Il suo è stato quasi un monologo a ruota libera, ma nella sua abilità narrativa ci ha incantati tutti. Il pubblico (e io con loro) pendeva dalle sue labbra, perché sentirlo parlare era come leggere un altro libro, fatto di aneddoti, dettagli e cose divertenti. E dei suoi racconti (come dei suoi libri) non si è mai sazi.

In rete molti blogger hanno denigrato e criticato il suo ultimo libro Dimmi che credi al destino, che invece io ho trovato spumeggiante e molto intenso. Si legge in poche ore, perché non lo riesci a posare sul comodino per più del tempo necessario per nutrirti (che si può comunque fare anche mentre si legge) o per andare in bagno.

Il destino è quella porta socchiusa da cui ogni tanto puoi sbirciare. E allora capisci che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo.
Come non essere d’accordo? C’è chi lo chiama fato, casualità, sfiga… A me piace chiamarlo destino. Perché quando le cose vanno come vorresti e anche quando vanno proprio all’incontrario, è bello pensare che tutto è stato già scritto e che prima o poi ne capirai il senso.

Il libro racconta, in maniera un po’ romanzata, una storia vera, attuale. Quella di Ornella, una donna con un passato difficile, che ha deciso di mettersi in gioco per salvare la sua libreria The Italian Bookshop che rischia di chiudere (nel libro come nella realtà).
Attorno a lei gravitano tanti personaggi: caricature ispirate a persone che realmente Luca ha incontrato sulla tratta Londra-Verona e nelle varie fermate, e che spesso racchiudono qualcosa di noi. È questo il bello dei libri di successo, potersi immedesimare in uno o più personaggi, ritrovare se stessi in un libro e – perché no – trovare tra le pagine anche delle risposte.
(Per maggiori dettagli sulla trama vi rimando alla puntata de Il Segnalibro #20)

A fare da cornice Londra, il quartiere di Hampstead, e Verona, con le sue bellezze e i suoi anfratti sconosciuti. Se non avete idee per le vacanze estive, sarebbe carino seguire il tour dei luoghi citati nel libro e riscoprire con i vostri occhi questi angoli di paradiso.

Ma la cosa più bella dell’incontro dell’altra sera sapete qual è stata? Che in libreria ieri c’erano anche Ornella e la Patti. Cioè, è come se io avessi potuto conoscere Anna Karenina. Pensate, conoscere l’autore del libro che hai appena finito di leggere e conoscere anche le due protagoniste, in carne e ossa! Mi sembrava di viaggiare su una nuvola! È stata una serata strepitosa, fatta di risate, buon cibo – come un “tarallo con l’autore” che si rispetti – tante chiacchiere e nuovi amici! Dimmi che credi al destino vi regalerà questo ed altro: leggetelo e se avete occasione seguite Luca Bianchini nel suo tour in giro per l’Italia.

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