Remon ha solo 14 anni quando sale su un barcone che – spera – lo porterà in Italia. Scappa dal suo paese, l’Egitto, e sceglie la vita. Anche se il prezzo da pagare sarà molto alto. Il mare nasconde le stelle di Francesca Barra è una storia di salvezza e speranza. Un libro da leggere e rileggere, più volte, a cui ci si affeziona con facilità e che tocca corde del cuore che forse non sapevamo di avere.
L’odio e l’intolleranza sono due sentimenti che mi fanno davvero paura. Anche se siamo nel 2016, ancora molte persone convivono con il terrore, sopraffatti da regimi totalitari e da gruppi religiosi che non rispettano il diverso. Il mare nasconde le stelle è il racconto di una rinascita, è una storia che dá speranza a chi, come Remon, intraprende un viaggio per scappare dalla morte. Un viaggio che spesso è altrettanto pericoloso, ma che é l’unica via d’uscita. Francesca Barra, giornalista e scrittrice, ha saputo dar voce alle emozioni e ai pensieri di questo ragazzino scappato dall’Egitto per raggiungere l’Italia, che ha scelto di vivere invece di morire.
Nel suo paese ha lasciato gli affetti, la famiglia, gli amici e tutto il suo passato. E in cambio ha trovato accoglienza, fiducia e una nuova casa. Certo il percorso non é stato facile…
Il mio viaggio in mare è iniziato il 6 luglio 2013, è durato centosessanta ore. E preferirei morire pur di non dover più compiere quel viaggio.
Una storia commovente, a tratti davvero toccante, che parla al cuore di ognuno di noi. Dopo aver letto questo libro vedo Remon negli occhi di tutti quei migranti che arrivano nel nostro palese con la loro valigia di sogni. E non posso che ammirare il sacrificio e il dolore che sono disposti ad affrontare per ritrovare la speranza in una vita migliore.
L’autrice ha scelto di parlare attraverso Remon, lasciando a lui il compito di raccontare la sua storia con un linguaggio semplice e colloquiale, proprio come se fossimo seduti insieme su un divano e ce la stesse raccontando a voce. Quella di Remon è solo una delle tante storie rimaste sepolte nel mare, ma alla Barra va il merito di averla portata in superficie. Ora sta a noi non lasciarla galleggiare alla deriva.