Riorganizzare la casa, svuotare gli armadi, liberarsi di ciò che è superfluo. Sono le classiche operazioni che ogni anno, con le pulizie di primavera o il cambio stagionale del guardaroba, ci troviamo ad affrontare. Quello però che non facciamo (quasi) mai é riflettere sulle emozioni che gli oggetti ci trasmettono e decidere di buttarli se non sono utili/indispensabili. Grazie a Il magico potere del riordino, Marie Kondo ci insegna i principi giapponesi dell’essenzialità e dello spazio minimo, aiutandoci a liberarci di ciò che in realtà non ci serve davvero.
Si tratta di un metodo che garantisce l’ordine e l’organizzazione degli spazi domestici… e insieme la serenità, perché nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in se stessi, libera la mente, solleva dall’attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell’introspezione e della conoscenza.
Le regole sono semplici:
- Non bisogna prendere l’abitudine di riordinare un po’ alla volta, ma è importante mettere a posto una volta per tutte, perché solo così il vostro modo di pensare cambierà drasticamente. Sperimenterete un cambiamento talmente radicale che toccherà le vostre emozioni. Con un simile impatto, volenti o nolenti, cambierete radicalmente la vostra mentalità e le vostre abitudini quotidiane.
- L’importante è sperimentare uno stato di perfetto ordine almeno una volta. È sufficiente che si esaminino bene le proprie cose, una per una, e si decida cosa debba essere buttato e cosa conservato. Poi, si tratta di stabilire un posto fisso per ciascuna delle cose rimaste.
- Quello che dovremmo scegliere non è che cosa buttare, ma che cosa conservare.
- Maneggiate le vostre cose una per una: conservate quelle che vi evocano una qualche emozione e buttate via le altre.
- E ricordate, c’è un ordine anche con cui riordinare: prima i vestiti, poi i libri, in seguito le carte, gli oggetti misti e in ultimo i ricordi.
L’arte di piegare i vestiti
La condizione ideale per una corretta ripiegatura è essenzialmente una: che venga fuori un semplice rettangolo. Per prima cosa portate entrambi i lati della maglietta verso il centro nel senso della lunghezza (escludendo maniche e colletto: in questa fase non importa come li piegate), poi, una volta formato un rettangolo, ripiegatelo in quattro o sei parti, secondo l’altezza del cassetto in cui dovrete riporla. I punti cruciali sono solo questi.
Ecco, frasi come questa secondo me dovrebbero essere accompagnate da un video esplicativo, perché io proprio non ho capito come fare. Comunque, per quanto Marie inorridirà, io faccio ancora a cambio con mia sorella, che spesso mi passa cose che non mette più e che io accetto senza remore, a volte per il solo gusto di trovare qualcosa di nuovo e insolito nel guardaroba. Dopo aver letto i consigli del metodo Konmari ho fatto una prima scrematura, ma più che buttare via opto sempre più spesso per il riciclo. Caritas, enti benefici e associazioni che aiutano le famiglie in difficoltà, presenti oramai in tutte le città, accettano sempre ben volentieri abbigliamento usato se ben tenuto, lavato, pulito e non rovinato. Quindi, cara Marie, qui non si butta via niente.
Chi dona un libro dona un tesoro
Lo stesso dicasi con i libri (sono quasi caduta dal divano quando ho letto che bisogna fare sacchi di immondizia anche per questi… Stiamo scherzando?). Esistono biblioteche a cui donarli, bancarelle per il book crossing e amici che sono sempre disponibili a condividere una storia. Concordo invece con l’autrice quando scrive:
Ho l’impressione che negli ultimi tempi la possibilità di comprare libri in internet abbia fatto aumentare notevolmente la quantità pro capite di libri non letti, da tre a più di quaranta. Ne compriamo uno nuovo prima ancora di aver finito l’ultimo e prima di rendercene conto i libri non letti si accumulano.
Per questo ho aggiornato il mio mercatino su Anobii con nuovi titoli che scambio volentieri. Se trovate qualcosa di interessante scrivetemi una email e potremo swappare le nostre letture.
Carte e oggetti misti
Qui mi sono impegnata e ho ripulito ben bene la libreria recuperando ben due ripiani. Sono soddisfazioni! La cosa più sorprendente è stato scoprire che i campioncini che ti regalano in profumeria, di cui avevo una bella scorta, scadono dopo un anno anche se non sono mai stati aperti. Ovvio e scontato dire che ho cestinato l’intera scatola.
Ricordi
Discorso diverso va fatto per i ricordi. Faccio parte del gruppo “intanto facciamo uno scatolone e lo portiamo in cantina dalla mamma”. Sono quelle cose da cui faccio davvero fatica a separarmi, ognuna ha dentro di sé un’emozione, quindi per ora questo capitolo lo salto.
E voi che rapporto avete con il riordino? Siete degli accumulatori seriali di scontrini, biglietti d’auguri e souvenir? O siete belli organizzati e vi sbarazzate all’istante del superfluo?
accumulatrice seriale e senza speranza!