Il film de Il grande Gatsby, uscito nel 2013 e presentato in anteprima all’apertura del Festival di Cannes, è uno dei grandi successi cinematografici di quest’anno. Diretto dal regista australiano Baz Luhrmann, vanta attori del calibro di Leonardo Di Caprio (Gatsby), Tobie Maguire (Nick Carraway) e Carey Mulligan (Daisy).
Prima di questa sono state realizzate, negli anni, ben 3 trasposizioni cinematografiche, la più famosa nel 1974 dalla Paramount. Qui l’adattamento era di Francis Ford Coppola e la regia di J. Clayton, mentre Gatsby era interpretato da un maturo Robert Redford e Daisy da una bellissima Mia Farrow.
Se dovessi descrivere questo film con uno dei 5 sensi sicuramente sceglierei la vista. Tutto, nella pellicola del registra australiano, sembra voler enfatizzare questo aspetto: il narratore – un osservatore esterno che si trova catapultato in un mondo voyeuristico, Gatsby – che passa gran parte del suo tempo a fissare quella luce verde di là dal fiume, e il cartellone pubblicitario, più volte inquadrato durante le scene in città – che rappresenta gli occhi del dottor Eckleburg che scrutano come una divinità immobile lo svolgersi degli eventi.
L’impatto visivo è forte: i colori accesi – a volte quasi fastidiosi – utilizzati per le ambientazioni esterne e per le scenografie delle feste organizzate da Gatsby rendono il tutto quasi surreale. La teoria dei colori compare anche nel romanzo, dove la musica da cocktail è “gialla”, il prato che circonda la casa è più volte definito “azzurro”. Questo mondo rarefatto ed evanescente, in cui anche i personaggi sono elementi di una vasta coreografia, risulta agli occhi del lettore – e ancor più a quelli dello spettatore – visivo e palpitante.
La colonna sonora è una rivisitazione r’n’b delle melodie jazz dell’epoca, realizzata da artisti del calibro di Beyoncé, Lana Del Rey, Jay-Z e Sia.
Rispetto al romanzo ci sono alcune lievi discordanze: tutta la storia è raccontata sì da Nick Carraway ma per mezzo di un diario, una forma terapeutica prescrittagli dal medico che lo sta curando per la sua dipendenza dall’alcool. Inoltre il finale è molto più sintetico, non c’è l’incontro tra Nick e il padre di Gatsby che invece troviamo nelle pagine di Fitzgerald. Alcuni punti, però, sono riportati davvero fedelmente e chi ha letto il libro si ritroverà sicuramente nelle descrizioni di Fitzgerald.
Un film ben riuscito, una rivisitazione moderna di un grande classico, con un Leonardo Di Caprio che è entrato davvero bene nel personaggio.
E voi, avete visto il film del 2013? E quello storico con Robert Redford del 1974? Quale avete preferito? Meglio il libro o meglio il film?