Autore: Irène Némirovsky
Titolo: Il ballo
Titolo originale: Le bal
Genere: Letteratura straniera
Data prima pubblicazione: 1930 (in Italia nel 1989)
Casa Editrice: Newton Compton
Collana: Live
128 pagine
Prezzo copertina: 0,99 €
EAN 9788854151451
Antoinette Kampf è la figlia di due parvenu arricchiti, da poco entrati a far parte della società parigina. Desiderosi di far subito colpo sull’alta borghesia, il signor e la signora Kampf decidono di organizzare un ballo al quale hanno intenzione di invitare tutta la gente che conta. La figlia, esclusa dal grande evento perché ancora troppo piccola, si vendica dell’atteggiamento poco affettuoso della madre nei suoi confronti e degli intrighi amorosi della governante, gettando nella Senna tutti gli inviti.
Pur trattandosi di una scrittrice famosa, l’ho scoperta quasi per caso, grazie alla collana Live di Newton Compton. Il mondo della letteratura straniera è così variegato e profondo che dietro l’angolo si nasconde sempre un capolavoro.
Come il Lady Susan di Jane Austen, anche questo piccolo racconto si divora in poche ore. Incalzante, ricco di colpi di scena, momenti quasi comici e vendette efferate, non ti dà il tempo di staccare gli occhi dalle pagine. E anche se il finale lascia con molti interrogativi, la lettura è così piacevole che a Irène Némirovsky possiamo perdonare tutto.
Due i temi principali affrontati in queste poche decine di pagine. Da una parte il difficile rapporto madre-figlia, che ha sicuramente una forte matrice autobiografica, trattandosi di un leitmotiv delle opere di Némirovsky. Dall’altra la gelosia e l’invidia una bambina a un passo dall’adolescenza, che sogna l’amore senza ancora conoscerlo.
Breve ma intenso, questo lavoro della scrittrice russa è un affresco tragicomico della società del tempo, un ritratto cinico e spietato di una classe sociale che crede solo nel dio amore.
Irène Némirovsky era una giovane venticinquenne quando, nel 1928, scrisse questo romanzo breve. Il successo che ne derivò porto l’autrice a raccogliere in tutta Europa e non solo grandi consensi: purtroppo le sue origini ebraiche non scamparono alla ferocia dei nazisti e la portarono alla morte, nel 1942, ad Auschwitz.