Che ci volete fare, per me Sherlock Holmes oramai ha la faccia di Robert Downing Jr. E direi che non è per niente una brutta visione. I gialli di Conan Doyle sono un super classico, in cui amo tuffarmi quando sono un po’ troppo coinvolta da romanzi impegnativi. Vado a fasi alterne, e mi piace spaziare nella lettura. Il mastino dei Baskerville è uno dei miei racconti preferiti e la capacità dell’autore di tenerti sulle spine fino all’ultimo merita notti passate insonni a sfogliare voracemente le pagine.
Ambientato nella cupa brughiera del Dartmoor, il libro ci porta a spasso con Sherlock e il suo aiutante Watson, alla ricerca del colpevole della morte del sig. Charles Baskerville. Che sia il mastino che di notte terrorizza il paese? L’orribile creatura misteriosa che in realtà nessuno ha mai visto, ma che tutti temono? Ovvio che il detective non crede alle maledizioni e alle dicerie che sembrano voler perseguitare i Baskerville da generazioni; c’è ben altro da scoprire, nel torbido delle vite delle persone vicine al defunto. E solo con la sua infallibile deduzione riuscirà a mettere insieme i pezzi e a risolvere il caso.
Io ve lo consiglio, se cercate delle letture avvincenti senza melodrammi e amoreggiamenti. Qui si fa sul serio: c’è da trovare l’assassino.
bello il blog… ti consiglio però di correggere quell’ ORRIBILE ERRORE GRAMMATICALE che si trova alla 14 riga che ormai ahinoi imperversa con grande nonchalance in ogni dove con buona pace di Tullio De Mauro: mentre leggevo la tua recensione scorrevole, giunto a quel punto è come se avessi sentito nelle mie orecchie sensibili lo stridore che fanno le unghie su una lavagna!
Grazie mille per la segnalazione, correggo subito il refuso