Di letture sulla Giornata della memoria ce ne sono tante. I 6 titoli che voglio proporvi sono sei romanzi usciti da poco, che trattano un argomento tanto delicato quanto ruvido e sconvolgente, e sanno colpire diritto al cuore anche a distanza di tanti anni. Alcuni li ho letti (e recensiti), altri sono in attesa di leggerli. Perché 5+1? Lo scoprirete…
La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse (Piemme) è un libro sul coraggio e la speranza che ha animato tanti giovani durante gli anni della Guerra. Quelli che si sono fatti soldato per combattere il nazismo, ma anche quelli che hanno cercato – nel loro piccolo – di salvare gli altri e non soccombere alle torture, fisiche o psicologiche. L’ho letto e ne ho fatto una recensione più completa qui.
L’usignolo di Kristin Hannah (Mondadori) racconta gli orrori della guerra da una prospettiva tutta femminile, quella di due sorelle francesi che hanno lottato per resistere, scegliendo la vita. Attualmente in fila sul comodino.
La sarta di Dachau di Mary Chamberlain (Garzanti) è solo un’adolescente quando viene deportata in uno dei più crudeli campi di concentramento nazisti. Ma la sua bravura con ago e filo le assicura un posto “privilegiato”: sarà lei a cucire l’abito da sposa di Eva Braun, l’amante del Fuhrer, e l’autrice ha saputo ricamarci sopra – con la giusta dose di sentimenti e testimonianze riadattate – la forza e il potere dei sogni, che ci fanno sopravvivere. In attesa di riceverlo dall’editore.
Scorpion dance di Shifra Horn (Fazi) parla sì di ebrei, ma di quelli arrivati in Israele dalla Germania. Perché l’Olocausto non si è vissuto solo nei campi di concentramento tedeschi. La mia copia digitale già scalpita nell’e-reader.
Una mattina di ottobre di Virginia Baily (Nord) è, invece, ambientato in Italia, durante e dopo il rastrellamento del ghetto di Roma, una mattina di ottobre del ’43. E mi ha colpita dalla sinossi:
Ci sono istanti che decidono il nostro destino. Istanti in cui ci dimostriamo più forti o più deboli di quanto non immaginavamo. Eppure il romanzo di Virginia Baily ci ricorda che il vero coraggio risiede nel vivere giorno dopo giorno con le conseguenze delle nostre azioni. Perché se impariamo ad accettare il passato, il futuro sarà sempre un passo davanti a noi, prodigo di sorprese.
Infine quel +1 del titolo: si tratta de L’impostore di Javier Cercas (Guanda), un libro complesso che mi è piaciuto moltissimo e che vi ho recensito qui, che racconta la storia vera di un bugiardo, che ha giocato con la commozione delle persone, fingendosi un ex deportato in un campo di concentramento. Un raro esempio di kitsch storico, che stride un po’ con quelli sopra ma che è assolutamente da leggere, per capire e per non dimenticare.