Il periodo dell’anno che tutti noi lettori aspettiamo con ansia è l’estate. E non per i saldi, ma per il telo mare Einaudi. Uno dei gadget più ambiti dai veri booklover (anche se asciuga poco). Per averlo è sufficiente acquistare 2 Einaudi Tascabili: ho spulciato negli store e ho deciso di condividere con voi la mia wishlist.
Telo mare Einaudi 2018
Questa la grafica di quest’anno, tutta dedicata al mito assoluto Virginia Wolf.
Libri classici
Questi sono dei veri classiconi. Io alcuni li ho già letti, altri li ho da anni nella libreria e non riesco a decidermi ad affrontarli. Quasi tutti fanno parte della lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita, quindi sono assolutamente consigliati.
Anne Frank. Diario – Ari Folman – David Polonsky: il Diario di Anna Frank è un libro che tutti dovrebbero avere in casa, ma soprattutto che tutti dovrebbero leggere. Nell’offerta dei Tascabili Einaudi c’è anche la versione tradizionale, ma questa graphic novel è qualcosa di unico. Io l’ho acquistata qualche mese fa e credo la conserverò come un tesoro!
Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro: un capolavoro indiscusso. Non è particolarmente datato, tuttavia se allarghiamo il concetto di “classico” facendoci rientrare anche quei libri che sono eterni, direi che qui ci siamo alla grande.
Anna Karenina – Lev Tolstoj: un libro che non passa mai di moda, scritto in maniera meravigliosa e altrettanto ben interpretato nelle varie versioni sul grande schermo. È uno dei miei libri preferiti di sempre e il suo incipit è uno dei pochi che conosco a memoria.
Il giovane Holden – J. D. Salinger: credo sia stato il primo romanzo che ho letto, era un “compito” per le vacanze estive. Al tempo credo di non averlo capito del tutto, ma mi ha messo una tremenda fame di lettura. E spero succeda anche a voi.
I miei “best” del catalogo Einaudi Tascabili
Questi, invece, sono più recenti ma altrettanto belli. Li ho letti tutti (e alcuni anche recensiti sul blog) e se cerchi delle idee per riuscire a ottenere il telo mare Einaudi, con questi vai proprio sul sicuro.
L’amore che mi resta – Michela Marzano: straziante, commovente, estremamente profondo. Quando l’ho prestato a mia mamma il suo commento è stato “Dammi tutti libri così”
Terapia di coppia per amanti – Diego De Silva: super consigliato, per i temi trattati (tremendamente attuali) e per il linguaggio agile e scanzonato con cui vengono affrontati. Ottimo anche da mettere sotto l’ombrellone, se cercate qualcosa di scritto bene ma non particolarmente impegnativo.
Esercizi di meraviglia – Vittoria Baruffaldi: piacevole, culturalmente elevato ma di facile lettura anche per chi la filosofia non l’ha mai studiata. Inutile dire che è consigliatissimo ai giovani che studiano alle superiori o all’università.
Mi chiamo Lucy Barton – Elizabeth Strout: anche se viene prima, lo puoi leggere dopo “Tutto è possibile” (sempre della Strout) che ne sarebbe in qualche modo il sequel. Anzi puoi leggerlo prima, dopo o durante qualsiasi libro di questa meravigliosa scrittrice (premio Pulitzer, tra l’altro).
Cento giorni di felicità – Fausto Brizzi: gli altri libri che ha scritto non mi hanno entusiasmata, ma con questo ho pianto, quasi a ogni capitolo. Un padre che sta per morire racconta i suoi ultimi 100 giorni.
Sei come sei – Melania G. Mazzucco: era uno dei titoli in lizza per il Book Lover Club, ma gli incontri erano troppo pochi e la lista dei libri troppo ricca. Lo inserirò comunque nell’elenco dei “compiti per casa” per tutti i partecipanti al BLC e vale anche per te.
Le ragazze – Emma Cline: l’ho già consigliato non so a quante persone, ed è sempre stato un successo. Un libro magnetico, che indaga nella mentalità dei giovani prendendo spunto da fatti realmente accaduti.
Accabadora – Michela Murgia: non so neanche da che parte iniziare per definirlo. È stato il mio primo incontro con la Murgia ed è una delle cose più belle che potesse capitarmi tra le mani. Vale la pena acquistarlo indipendentemente dal telo mare Einaudi.
Cosa ho messo nella lista “Libri da acquistare”
Attualmente ne ho più di 2 nel carrello, ma devo fare una scelta. Ecco quali sono i candidati. Mi dai un tuo parere?
Cosa faremo di questo amore. Terapia letteraria per cuori infranti – Gabriele Di Fronzo
Amore e separazione sono gemelli siamesi. Eppure non ci sono testi specifici che aiutino ad affrontare un lutto amoroso. Ci sono infinite guide per conquistare un uomo o una donna, ma nessuna che spieghi come lasciarsi senza farsi male. Ci sono decine e decine di studi scientifici sul corteggiamento, animale o umano, e neanche una fenomenologia della rottura. Ma forse il grande manuale che ciascuno di noi può consultare durante una crisi sentimentale è la letteratura. In letteratura infatti quasi ogni storia è la storia di qualcuno che abbandona o è abbandonato. Da Enea e Didone ad Anna Karenina, da Carver a Bolano passando per Flaubert non c’è scrittore che non abbia scritto di amori finiti, appassiti, impossibili. E se tutta questa tristezza non servisse solo a farci piangere, ma anche a lenire le pene di un cuore ferito? Perché non c’è cura migliore di un libro per capire che le relazioni sentimentali da sempre finiscono, così come da sempre gli uomini e le donne continuano ad andare avanti e a ritrovare la felicità.
L’ibisco viola – Chimamanda Ngozi Adichie
Kambili ha quindici anni. Vive a Enugu, in Nigeria, con i genitori e il fratello Jaja. Suo padre Eugene, proprietario dell’unico giornale indipendente del Paese, è agli occhi della comunità un modello di generosità e coraggio politico. In un Paese sull’orlo della guerra civile, conduce una battaglia incessante per la legalità, i diritti civili, la democrazia. Ma, nel chiuso delle mura domestiche, il suo fanatismo cattolico lo trasforma in un padre-padrone che non disdegna la violenza. Cosi Kambili e Jaja crescono in un clima di dolorose contraddizioni fino a che, dopo un colpo di Stato, vanno a vivere dalla zia Ifeoma. E nella nuova casa, tra musica e allegria, i due ragazzi scoprono una vita fatta di indipendenza, amore e libertà. Una rivelazione che cambierà il loro futuro. “L’ibisco viola” racconta le trasformazioni civili e politiche del post colonialismo, ma è anche una storia sulla sottile linea che divide l’adolescenza dall’età adulta, l’amore e l’odio, le vecchie religioni e le nuove, in una prima prova che già unisce talento e saggezza.
Lasciar andare – Philip Roth
“In quel periodo ero sottotenente d’artiglieria, di stanza in un angolo desertico e sperduto dell’Oklahoma, e il mio unico legame col mondo dei sentimenti non era il mondo stesso, ma Henry James, che da qualche tempo avevo cominciato a leggere”. Congedato poco tempo prima dall’esercito, ancora scosso dalla recente morte della madre, libero dai vecchi legami e ansioso di crearsene nuovi, Gabe Wallach entra nell’orbita di Paul Herz, un compagno di studi, e di Libby, la malinconica moglie di Paul. Il desiderio di Gabe di mettere in relazione l’ordinato “mondo dei sentimenti” che ha conosciuto nei libri con il mondo reale si scontra prima con gli sforzi degli Herz di fare i conti con le difficoltà della vita adulta e poi con le sue stesse relazioni sentimentali. La volontà di Gabe di essere una persona seria, responsabile e generosa col prossimo viene messa alla prova dal rapporto con Martha Reganhart, una donna divorziata, madre di due bambini, vivace, senza peli sulla lingua. La complessa relazione di Gabe e Martha, e la spinta di Gabe a risolvere i problemi degli altri sono al centro di questo primo, ambizioso romanzo, di Philip Roth: ambientato negli anni Cinquanta, tra Chicago, New York e Iowa City, è il ritratto di un’America definita da vincoli sociali ed etici profondamente diversi da quelli di oggi.
Le cure domestiche – Marilynne Robinson
Ruth e Lucille non hanno mai visto Fingerbone, la cittadina del Midwest che ha dato i natali alla loro mamma Helen, né le acque fonde e cupe del lago intorno a cui sorge. Ma quel lago, che in passato è stato teatro di un tragico e spettacolare disastro ferroviario, divenendo luogo di eterno riposo per molti abitanti della zona, pretende un grande tributo dalle loro giovani vite. Lo esige il giorno in cui Helen decide di riconsegnare le bambine alle loro origini e, dopo aver affrontato il lungo viaggio da Seattle, le deposita sul portico della casa avita con un pacco di biscotti da sgranocchiare per ingannare l’attesa; quindi, senza una parola di commiato né una riga di spiegazioni, risale in macchina e va a gettarsi nel lago. La cura delle due orfane e dei loro cuori attoniti passa da quel momento nelle mani di parenti sconosciuti, mani ora tenere ed efficienti, ora timide e inette, fino alle lunghe mani ossute della sorella minore di Helen, Sylvie, mani nude e perennemente screpolate, mani che sanno carezzare ma non trattenere. Sylvie porta scarpette leggere in pieno inverno e una banconota da venti dollari spillata sotto il bavero del cappotto. Ama la luce e la natura, fa lunghe passeggiate senza orari, prepara pasti frugali e non particolarmente nutrienti. Dei cani ha la paura tipica dei vagabondi. Ruth e Lucille, così esperte di perdite e abbandoni, sanno di non poter fare affidamento sul suo restare: «Sylvie assomigliava a nostra madre, e inoltre si toglieva di rado il cappotto e ogni storia che raccontava aveva a che fare con un treno o con una stazione degli autobus». La stessa casa di famiglia, il nucleo originario cui Sylvie ha accettato di tornare per amore delle nipoti, con la sua gestione va rapidamente in rovina: una moltitudine di gatti e sporcizia, infiniti giornali e lattine vuote, un accumulo erroneamente scambiato per l’essenza di ogni cura domestica. Di fronte al modello aereo e sradicato della zia, le due sorelle, fino a quel momento una sola anima scagliata nel mondo, devono interrogarsi sul senso dell’appartenenza e del ritorno, venire a patti con la solitudine, e scegliere la loro idea – reale, metaforica e universale – di casa. Questi temi, dunque, variamente e luminosamente esplorati nella più recente trilogia – Gilead, Casa e Lila – sono già al centro del romanzo che alla sua pubblicazione negli Stati Uniti, nel 1980, ha immediatamente consacrato Marilynne Robinson alla grande letteratura del mondo e, grazie alla sua sola dirompenza, ha saputo conservarle quella posizione per i quasi venticinque anni che l’hanno separato dalla successiva prova narrativa.
Un bene al mondo – Andrea Bajani
“Un bene al mondo” racconta di un paese sotto una montagna, a pochi chilometri da un confine misterioso. Un paese come gli altri: ha poche strade, un passaggio a livello che lo divide, e una ferrovia per pensare di partire. Nel paese c’è una casa. Dentro c’è un bambino che ha un dolore per amico. Lo accompagna a scuola, corre nei boschi insieme a lui, lo scorta fin dove l’infanzia resta indietro. E ci sono una madre e un padre che, come tutti i genitori, sperano che la vita dei figli sia migliore della loro, divisi tra l’istinto a proteggerli e quello opposto, di pretendere da loro una specie di risarcimento. Ma nel paese, soprattutto, c’è una bambina sottile. Vive dall’altra parte della ferrovia, ed è lei che si prende cura del bambino, lei che ne custodisce le parole. E lei che gli fa battere il cuore, che per prima accarezza il suo dolore. “Un bene al mondo” è una storia d’amore e di crescita; è una storia universale, perché racconta quanto può essere preziosa la fragilità se non la rifiutiamo. Basta cercarsi su una mappa, disseminare parole per trovarsi, provare altre strade e magari perdersi di nuovo.
Gli scomparsi – Daniel Mendelsohn
Daniel Mendelsohn da bambino restava seduto per ore ad ascoltare i racconti del nonno. Erano storie di un tempo lontano e quasi magico, di un piccolo villaggio della Polonia, Bolechow, in cui la vita scorreva felice. C’era però un punto in cui la voce del nonno si rompeva, oltre il quale non riusciva ad andare, come volesse nascondere un segreto troppo doloroso. Che ne era stato durante l’Olocausto del fratello Shmiel, della moglie e delle loro quattro bellissime figlie? Molti anni dopo Daniel scopre una serie di lettere disperate che il prozio Shmiel aveva indirizzato al nonno. Quelle lettere custodiscono frammenti del passato di una generazione perseguitata e cancellata per sempre, che in queste pagine ritorna a vivere davanti ai nostri occhi.
L’amore prima di noi – Paola Mastrocola
Eros e Psiche, Apollo e Dafne, Orfeo ed Euridice, Teseo e Arianna… Le loro storie sono le nostre. Le abbiamo chiamate miti, ma hanno il gusto, e il senso, della nostra vita. Il racconto di Paola Mastrocola è puro incanto: nel fuoco delle sue pagine anche ciò che conosciamo da sempre diventa nuovo sotto i nostri occhi. I miti sono quel che resta dopo la dimenticanza, la rovina, il tempo che passa. Per questo sono eterni, perché sono al fondo di noi. Paola Mastrocola ha trovato una misura miracolosa per raccontarci una volta ancora queste storie infi nite: nelle sue pagine la ricchezza e la leggerezza s’incontrano per la gioia pura del lettore, parlando in fondo dell’amore e basta. L’amore per un uomo, una donna, un fi ume, una stella. La nostra porzione illuminata, il punto in cui alla nostra vita tocca ancora una parte del divino. L’amore per il mondo, cosí com’è. Tornare a raccontare quelle storie è come riavvicinarsi a un mondo in cui ogni cosa aveva un’anima, e poteva accadere che gli dèi s’innamorassero di noi.
Ovviamente valgono sempre anche i consigli del post dedicato agli ET scontati, di qualche mese fa :)
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E buone letture.