Meglio il vecchio caro libro di carta o le nuove versioni digitali, da leggere su tablet ed e-reader?
I più “smanettoni” sicuramente sanno già di cosa sto parlando, ma non tutti forse sono aggiornati, quindi meglio fare un ripasso veloce.
Non mi soffermo sul significato di BOOK (in italiano “libro”), cioè il volume che tutti noi conosciamo, in brossura o rilegato con copertina rigida, in versione tascabile o in edizione di pregio. Da anni siamo abituati a leggere così romanzi, racconti e novelle, a volte attratti dall’odore della carta in un libro nuovo, ancora intonso, o emozionati nel tenere in mano un volume letto e riletto, e con il dorsetto magari un po’ logorato, traccia di ricordi passati.
Anche in questo campo la tecnologia ci ha messo lo zampino e da qualche anno sono sempre più diffusi gli e-book. Letteralmente il termine sta per “libro elettronico”, cioè un libro non fisico, non fatto di carta, ma digitale, che si legge con il computer, lo smartphone, il tablet o grazie ad appositi dispositivi (gli e-book reader o più semplicemente e-reader “lettori di libri elettronici”).
Di che cosa si compone un e-book
Se nel libro tradizionale siamo abituati alla copertina rigida, alle pagine di carta, all’inchiostro della stampa e a tutti gli annessi e connessi, la composizione dell’e-book è molto più semplice: un file contenente testo (e-text) in un formato elettronico che permette di digitalizzarne la pubblicazione (ePub). Ovviamente serve poi un software di lettura, cioè un programma per computer/tablet/smartphone/e-reader che permetta di aprire questo file e che va installato su un dispositivo hardware (leggi sempre computer/tablet/smartphone/e-reader).
Non per questo ogni file digitale contenente testo è da considerarsi un e-book. Per i libri elettronici, infatti, c’è un discorso a parte. L’opera è strutturata e suddivisa proprio come nella versione cartacea (paragrafi, capitoli, illustrazioni, ecc), la lettura avviene sfogliando o scorrendo le pagine con le dita, come se si tenesse in mano un libro vero, e si possono inserire dei segnalibri per individuare con più facilità punti interessanti o per ricordarsi dove si è interrotta la lettura.
A suo vantaggio, rispetto al fratello di carta, l’e-book ha la possibilità – data la sua natura digitale – di inglobare foto, video e altri elementi multimediali, e di mettere subito a disposizione del lettore dizionari o vocabolari contestuali.
Gli e-reader
La parte dei giganti, in questo campo, la fanno i supporti. Ed è tutta una gara a chi si inventa l’e-reader più tecnologicamente avanzato ed esteticamente più bello. Ad oggi lo strumento più appropriato, qualsiasi sia la casa produttrice di hardware che lo mette in vendita, si basa sulla teoria dell’e-ink sviluppata da Jow Jacobson nel 1996. Questa tecnologia imita alla perfezione l’effetto della riflessione della luce sulla carta (va per questo usato proprio come un libro, letto cioè alla luce del giorno o con quella artificiale di un’abat-jour). Nei display degli e-book reader vengono infatti utilizzate piccolissime sfere caricate elettricamente, per metà positive (di colore nero) e per l’altra metà negative (di colore bianco). È l’azione dei campi elettrici a far girare le sfere da una parte o dall’altra: quelle girate dalla parte nera formeranno le parole, quelle girate dalla parte bianca il resto della pagina. Lo schermo in bianco e nero ha però delle limitazioni. L’e-reader nasce proprio con lo scopo di farvi leggere un libro (digitale) e quindi, seppur attrezzato per la navigazione in Internet e la visione di contenuti multimediali, non è il supporto ideale per visitare siti o altro.
Dopo questa scoperta, i più sconsigliano l’utilizzo di tablet o iPad per la lettura degli e-book: questi dispositivi, infatti, utilizzando uno schermo retroilluminato, affaticano la vista. Teoria però smentita da una ricerca americana effettuata dal The College of Optometrists e i cui risultati sono stati pubblicati nel settembre 2012 sulla rivista Ophthalmic and Physiological Optics Journal (qui trovate l’articolo originale). I test scientifici hanno dimostrato che le due tecnologie causano effetti analoghi sulla lettura. «Non è la tecnologia in sè, ma piuttosto la qualità dell’immagine a sembrare cruciale nella lettura”. La scelta, quindi, di preferire l’uno o l’altro supporto si basa su esigenze personali (ad esempio, se lavorate tutto il giorno al computer magari la sera potreste preferire uno schermo spento, rispetto a uno retro-illuminato).
Risale invece a qualche anno fa l’invenzione dell’e-paper a colori: grazie alla presenza di uno strato aggiuntivo posto sopra le sfere, che filtra la luce riflessa, le sfere stesse cambiano colore. Ma si tratta di un esperimento non ancora diffuso a livello commerciale.
Dove acquistare gli e-book
Dai vari e-book store presenti sul web (IBS, Amazon, gli e-commerce delle varie case editrici, l’App Store Apple o il recente Google Play) potete scaricare i file dei libri che volete leggere (o rileggere) e caricarli, tramite supporto USB o via wi-fi, sul vostro e-reader.
Per un’analisi più dettagliata dei vari e-reader presenti sul mercato vi rimando ai post a venire, dove magari cercherò di fare un confronto (anche se non vi nego che ad oggi non li ho mai provati, sono troppo affezionata al libro cartaceo!). Voi invece avete mai acquistato un e-book reader? Li trovate più comodi o siete anche voi dei nostalgici della carta stampata?
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